Friday, January 17, 2014

Le conseguenze dell'amore

Che cosa pensa l'amico di Titta sul pilone d'inverno? E Olivia quando guarirà? E la figlia che non risponde al telefono? Visto che almeno questo è certo: "Per avere una morte rocambolesca bisogna avere coraggio".


I  puristi cinefili dicono che "Le conseguenze dell'amore" è il capolavoro insuperato di Sorrentino, e storcono il naso per il quasi pacchiano "La grande bellezza". Non entro in merito, e manco m'importa. Mi importa che un giovane italiano che per età sarebbe un mio studente è in dirittura d'arrivo per un gran titolo. Un titolo che a questo paese pazzo darebbe un poco di simbolico ossigeno. O almeno a me. Direbbe che un giovane napoletano, orfano ai suoi 17 anni e certo non raccomandato ha compiuto un gran volo e soprattutto ci dice cose intense.

Perché Sorrentino è cineasta e romanziere, è uomo di immagine, di scrittura, di regia.
La chiave del film, insuperato per limpidezza  e ritmo, è nel titolo e in quella frase sul coraggio. Titta Di Gerolamo vive in un albergo ticinese. Fuma, guarda di sottecchi la vita del bar dell'albergo e della via, gioca a asso piglia tutto (ovviamente), si droga con precisione una sola volta alla settimana e porta periodicamente una valigia di soldi a riciclare. Due episodi rompono il tran tran: una coppia di killer vengono a svolgere una pratichella, il fratello giovane e belloccio lo va a trovare. Gli parla dell'amico di Titta che sta sulle montagne, sficato.  Titta dice che non importa nulla: è sempre il suo grande amico anche se non lo vede da vent'anni.
La cameriera del bar, dice il fratello che ci ha provato inutilmente, è una brava ragazza. Titta ci pensa su. È stato sempre assente e indisponente con lei. Come fosse un  oggetto d'arredo. Fa un salto epocale, cambia posizione e va a sedersi sul bancone e dice "Questo potrebbe avere conseguenze gravissime". Con  leggerezza unica, minuscoli passi segnano la nascita di un amore tra i due. Una crisi li separa e poi li riunisce. Titta aspetta all'appuntamento fissato, la ragazza ha un incidente e non arriva. Titta salda il conto in albergo e dice, nessuno mi ama e, indi, opta  per una fine rocambolesca... Vedrete quale, se vi va. I soldi non contano nulla e lascia 9 milioni di dollari alla coppia di anziani che se la giocheranno al casinò in questa totale inutilità del danaro. Rimane il coraggio della fine rocambolesca che chiude il corso degli eventi che l'amore ha irreversibilmente mutato.  Una zip  che scorre in su riporta l'immagine del viso della nipote di Nannarella. E il pensiero di un amico che comunque ci pensa chiude il film. Un amico è per sempre dice Sorrentino. Chissà, ma il film rimane bellissimo e al solito: dose minima, tre visioni.

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