Tuesday, April 27, 2010

Livio Sacchi e Maruzio Unali Dibattono con l'autore di Architettura e modernità





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Sunday, April 25, 2010

Dall'Arch. Giulitetta Brunelli. Un dittatore buono


Ho ricevuto il 13 marzo 2010 questa lettera da parte dell'Architetto Giulietta Brunellli, classe cad 2005, emigrata in Francia. Oggi, in un giorno che ne ricorda uno pieno di speranze e di gioia per l'Italia, mi sembrava, non so bene il perché, fosse il caso di renderla pubblica. La Lettera fa pensare, non è poco mi pare.

Salve Professore!
Ci immagina bene, felicemente a Parigi.
Solo che ora Valeria ed io non viviamo più insieme, ma ciascuna con il suo ragazzo..
Io ho finito da un mese un' esperienza lavorativa pessima, in un posto in cui non mi piaceva quello che facevo, quelli per cui lavoravo e stavo perdendo stima in me stessa. Solo che avevo un contratto da cui non è stato facile sganciarsi e sono rimasta incastrata molto tempo.
Ora mi sento molto bene e , soprattutto, libera e non ho intenzione di cercare subito in uno studio. Ho bisogno di fare quello che piace a me e come dico io, approfittando delle tasse di disoccupazione che ho versato qui in Francia in questi 3 anni e che ora mi danno diritto a un sussidio che vale uno stipendio italiano.

Mi dedico a un lavoro in professione liberale (faccio un progetto per interni su 3 piani e seguo il cantiere) e ho messo su un' equipe per partecipare a un concorso. Abbiamo cominciato ieri. Quando avrò fatto il pieno di concorsi, mostre, letture e un po' di sano ozio, ricomincerò la ricerca di un lavoro in studio, quando avrò un'idea più chiara di chi sono professionalmente: ho preventivato 6 mesi di ricerca su me stessa.

All'Italia penso sempre, con nostalgia e amarezza. Purtroppo le piaghe dell'indifferenza, dell'ignoranza, della diseducazione al diverso e del qualunquismo, ammesso che cominciassimo a fare qualcosa per guarirle oggi, potremmo sperare di vedere i frutti tra 20 anni...almeno una generazione.
Oggi a colazione sognavo che sarebbe bello avere un dittatore buono (tanto a noi ci piace lasciare tutto nelle mani di uno), uno che facesse un colpo di stato e abolisse la tv zozzona, facesse fuori il 98% della classe politica attuale, rifacesse la scuola pubblica come si deve, prendesse professori in gamba, appassionati e giovani e spendesse i soldi destinati alla mafia in cultura, musica e cinema. Uno che sapesse prendere le decisioni giuste per formare un popolo con senso critico e voglia di capire, voglia di sapere e spirito di iniziativa. Un popolo che non comincia ad essere disilluso a 16 anni.
Uno che avesse come obiettivo di cambiare la nostra mentalità piccola piccola, attaccata ai particolarismi, che non vede lontano, e che è incapace di sentire il bene comune, incapace di capire che quello che è di tutti è anche di se stessi e non di nessuno.
Come quando gli antichi romani facevano l' imperatore d' urgenza, in caso di guerra, quando non c' era tempo per concertare le decisioni e bisognava essere operativi immediatamente. Il fatto è che in Italia prendono solo decisioni per il peggio (come diceva lei in quel video in cui diceva che da noi anche le iniziative giuste degerano nel loro risvolto più negativo).
Purtroppo mi sembra che in questo momento non siamo in grado di vivere in democrazia, e non ci viviamo in effetti.

Quanto sono disperata per sperare in un dittatore buono? Invece che in uno stato democratico intelligente?
Io che ho sempre avuto, fin da piccina, un' enorme difficoltà a lasciarmi andare alla religione, a riuscire a credere in qualcosa che non capisco, a cedere e affidarmi a qualcosa più grande solo per fede, io che sono cosi' per natura, mi ritrovo a 30 anni a sperare che il mio paese sia salvato da un avvenimento provvidenzale, un miracolo, un cambiamento improvviso e positivo senza nessuna realistica ragione d' essere. E' grave, dottore? ops... professore?

Non è che qui in Francia tutto sia semplice e perfetto, ma i francesi sono educati a pensare e a farsi la loro opinione edahanno gli strumenti per farlo. La società si regge su regole che tutelano il cittadino e che tutti rispettano. Linguisticamente (questo mi fa sempre riflettere) invece di dire "posso" dicono "j'ai le droit de". Per esempio un bambino che sputa per terra viene rimproverato con "tu n'as pas le droit de faire ça". Non la dice lunga?

Allora a presto!

Giulietta

Pubblicato il 25 aprile del 2010 >

Saturday, April 24, 2010

Mostra di T studio alla Galleria di Architettura "come se" di Roma

Wednesday, April 14, 2010

Proseguono le lezioni Registrate in mp3 del corso ITCaad. Anno 2010


Anche in quest'anno accademico sono disponibili le registrazioni audio delle lezioni tenute nel corso del prof. Saggio:
Urban Green Line. Modernità Crisi e Information Technology.

A Tutte le Lezioni e al relativo audio  >>

Alla Lezione più recente >>

Saturday, April 03, 2010

5. le puntate del compasso. Pasolini il Perchè della morte

Antonino Saggio discute dellle motivazioni dietro l'uccisione del poeta italiano Pier Paolo Pasolini e collega la sua "necessaria" eliminazione alla posizione di libertà che il poeta aveva nel "Corriere della Sera". Una posizione che andava eliminata se si voleva conquistare il giornale alla P2. Come si sa PPP è stato ucciso, il "Corriere della Sera" ha sostituito il direttore Piero Ottone con uno aderente alla P2 e via via altri aderenti alla loggia vi hanno cominciato a scrivere. La posizione "Corriere della sera" è stata conquistata. A volte, i filosofi o i poeti devono essere elminati: non per le proprie idee (che ingenuità!) ma per le posizioni che magari fortuitamente occupano. Questa ipotesi, basata su un ragionamento deduttivo, non è esposta in alcun mezzo di informazione ad oggi. 2 aprile 2010.
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