Saturday, August 22, 2009

Mostra di Plasma Studio al Sicily Lab 5-28 settembre 09

Pictures 1, 2, 3, 4

Insieme alla galleria "come se" di Roma la galleria Angelica&Orlando del Sicily lab di Gioiosa Marea ospita la mostra sulle ultime realizzazioni di Plasma studio. E' un gruppo di architetti con base a Londra arrivati alla attenzione internazionale con l'affermazione al concorso e la successiva realizzazione di un intero piano dell'hotel Puerta America a Madrid che ha visto altri piani affidati a progettisti del calibro di Philippe Starck, Zaha Hadid, Jean Nouvel. Plasma studio e' tra i gruppi under 40 piĆ¹ rapidamente emergente nello scenario degli architetti integralmente impegnati nella Rivoluzione Informatica in architettura.

Ore 19, Via Umberto I n. 207-211, Sabato 5 Settembre 2009
Gioiosa Marea (Me) Galleria del Sicily Lab
Antonino Saggio

Vedi Video Intervista sulla mostra a cura di G. Scaffidi, A. Forzano >>

Read an article on "On&Off" n. 18 dedicated to Plasma Studio
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Monday, August 17, 2009

'Fuggiti' dall'Italia per nepotismo scoprono gene per lo sviluppo

ROMA - Nel 2000 hanno lasciato l'Italia per gli Stati Uniti, in
polemica con il sistema nepotista dell'università, che non permetteva
loro di sviluppare adeguatamente le loro ricerche sui tumori al
cervello dei bambini. Negli Stati Uniti hanno trovato i mezzi, lo
spazio, il sostegno di due prestigiose università, prima la Albert
Einstein e dopo la Columbia. E adesso Antonio Iavarone e Anna
Lasorella annunciano la scoperta del gene che svolge un ruolo chiave
nello sviluppo delle cellule staminali e che è coinvolto anche nel
più aggressivo fra i tumori del cervello. Sono gli stessi ricercatori
a parlare della loro scoperta in un articolo pubblicato dalla
prestigiosa rivista Developmental Cell.

.....

Combattere il tumore al cervello è l'obiettivo che Antonio Iavarone e
Anna Lasorella, marito e moglie da molti anni, si sono posti dai primi
anni di studio all'Università. "Siamo entrambi pediatri, io sono di
Benevento e mia moglie di Bari, e ci siamo conosciuti al Policlinico
Gemelli, all'inizio degli anni '90: lavoravamo tutt'e due al reparto
di Oncologia pediatrica. Grazie alle nostre ricerche avevamo ottenuto
un grande finanziamento da parte della Banca d'Italia. Ma a un certo
punto ci siamo resi conto che non potevamo fare il nostro lavoro in
Italia, e così ci siamo spostati in America, a New York, prima alla
Albert Einstein, nel 2000, e poi alla Columbia nel 2002".

Iavarone non torna volentieri sulle ragioni che hanno spinto lui e la
moglie a emigrare negli Stati Uniti. Ma Repubblica si è occupata con
molta attenzione della loro vicenda, raccontata in un articolo del 5
ottobre 2000 da Elena Dusi, e ripresa successivamente da Curzio
Maltese. "Da noi la bravura non paga", s'intitolava l'articolo che per
la prima volta parlava della vicenda. "Il primario di oncologia, il
professor Renato Mastrangelo, ha cominciato a renderci la vita
impossibile - raccontava nel 2000 a Elena Dusi Iavarone - Ci imponeva
di inserire il nome del figlio nelle nostre pubblicazioni
scientifiche. Ci impediva di scegliere i collaboratori. Non lasciava
spazio alla nostra autonomia di ricerca. Per alcuni anni abbiamo
piegato la testa. Poi, un giorno, all'inizio del '99, abbiamo
denunciato tutto".

E a quel punto, anche sulla scia di una denuncia per diffamazione
effettuata dal professor Mastrangelo ("Abbiamo vinto la causa", dice
Iavarone) ai due coniugi ricercatori non è rimasta che la via del
volontario esilio. Che si è rivelata molto proficua, dal momento che
lavorare negli Stati Uniti ha permesso loro di sviluppare nel migliore
dei modi le loro intuizioni, dando una speranza a chi contrae questa
terribile malattia.

L'unico commento che si riesce a strappare sulla vicenda che li ha
allontanati dall'Italia (dove torneranno comunque a settembre, per
presentare la loro scoperta), è che "il nostro caso è stato
paradigmatico per quanto riguarda le caratteristiche, ma non è certo
un caso isolato". "Però non mi chieda altro - conclude Iavarone -
altrimenti ci dicono che facciamo sempre polemica. E invece noi adesso
vogliamo parlare solo della nostra scoperta, che ci fa essere molto
speranzosi per gli sviluppi futuri delle cure".


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